Andrea Ruscitto riscrive la storia degli Eccidi di Stato in Capitanata dal 1901 al 1921. Il suo volume in tour per la Daunia.
Da questa estate è in distribuzione il volume storico-narrativo di Andrea Ruscitto sul tema “Rivolte Contadine ed Eccidi in Capitanata – Terra di sole, di grano e di rivoluzione“. Si tratta di una ricerca storica, documentale e letteraria sui principali omicidi di Stato avvenuti per lo più ai danni di braccianti e contadini che protestavano per gabelle esose, turni lavorativi massacranti e stili di vita al di sotto della sopportabilità umana. Siamo nel periodo storico che va dal 1901 al 1921, un attimo priva dell’avvento in Italia del Fascismo e della dittatura Mussoliniana.
Il volume di Ruscitto, prodotto dal Circolo Culturale Giulio Ricci di Rignano Garganico in collaborazione con il Circolo AUSER di San Marco in Lamis, è stato già presentato tra luglio e agosto 2024 ad Accadia, Rignano Garganico, San Marco in Lamis e San Giovanni Rotondo. Le prossime tappe previste sono San Severo, San Nicandro Garganico e Foggia. Poi sarà la volta di Cerignola, Apricena, Torremaggiore e infine nei restanti comuni della Daunia.
Da registrare che la prefazione dell’opera è stata curata da tre illustri giornalisti, scrittori e politici della Capitanata: Geppe Inserra (giornalista, storico, ex-capo ufficio stampa della Provincia di Foggia e attuale presidente dell’Auser di Capitanata), Antonio Del Vecchio (ex-giornalista de La Gazzetta Del Mezzogiorno, scrittore, storico ed ex-assessore della Comunità Montana del Gargano) e Antonio Carafa (scrittore, storico, politico di lungo corso ed ex-sindaco di San Severo).
Ecco una nota scritta dal giornalista e scrittore Antonio Del Vecchio.
Note sull’Autore.
Andrea Ruscitto, sammarchese di adozione ma di origini rignanesi, è un soggetto che si spende tanto per la promozione e l’affermazione della cultura umanistica e scientifica in paese e in ogni dove. Lo fa conformemente agli studi e agli impegni di autodidatta sperimentati con successo nel corso della sua vita. Tant’è che, ora laureato in Lettere, insegna a tempo stabile nei Licei di Capitanata.
Non a caso è in questo tipo di scuola Superiore, come l’Enrico Fermi di San Marco dove fin da giovane egli è cresciuto culturalmente soddisfacendo tutte le sue inclinazioni e curiosità, dall’arte pittorica al racconto, dalla conoscenza tout court delle tradizioni e della storia vicina e lontana al giornalismo e alla cronaca in particolare. Lo ha fatto, partecipando a tutte le iniziative messe in campo dall’associazionismo giovanile e dalla Parrocchia di Rignano Garganico.
E’ in quegli anni che scopre la vena creativa nel campo dell’arte e della pittura tout court, privilegiando lo stile post-moderno e in particolare i colori, che a suo dire danno anima ed espressività al manufatto. Ed è proprio in questo campo che ha stupito e colto i massimi successi della carriera, conquistando significativi premi. Tra questi, due certificati di merito artistico da parte del Luxemburg Art Prize nel 2020 e nel 2021 e molti altri ancora.
Il contatto con la scuola e l’insegnamento fanno maturare in lui l’interesse per la scrittura sia su argomenti critici sia su quelli creativi. Si spiega così la stesura del presente libro che assomma nella forma e nel contenuto sia l’interesse creativo sia quello della conoscenza dell’uomo in tutte le sue espressioni individuali e sociali esercitate nei vari luoghi e campi di vita. Anzi si innamora quasi della sua sorte.
La nascita del volume.
Dopo aver ben descritto la situazione geografica, demografica ed in qualche parte, anche etnografica della Puglia, in particolare delle province di Bari e di Foggia, passa ai suoi attori nel periodo di tempo che va dalla seconda metà dell’800 fino a tutto il periodo della marcia su Roma e della conquista ed esercizio del potere fascista nelle periferie. Nel Mezzogiorno d’Italia, come si sa regna sovrano il latifondismo, erede dell’antico potere feudale, che continua a tenere i suoi dipendenti, contadini e braccianti, in uno stato di estrema miseria. Da qui nascono i primi bollori della ribellione e delle necessità organizzative per far fronte alle ingiustizie e alle angherie. Nascono così tra le piccole proprietà contadine le cooperative e tra i braccianti le leghe, nuclei originari dei futuri sindacati.
Ci sono già i primi sussulti nella politica. Il riferimento è al primo predicatore sul tema. Si tratta di Andrea Costa, socialista della prima ora.
Dopo la questione maturerà negli anni ’90 del XIX secolo con la nascita de partito socialista, sotto vario nome e forma, sia di ispirazione sociale sia ideologica con l’avvento delle teorie marxiste. Partito che evolverà nei decenni successivi, grazie al potere concesso e conquistato con le riforme giolittiane sul voto universale e la maggioranza sempre più consistente alla Camera.
Dopo il primo conflitto mondiale, la situazione si evolverà in senso negativo, con l’avvento delle associazioni combattentistiche e la Rivoluzione d’Ottobre in Russia nell’ottobre del 1917, che spinge alla divisione il movimento operaio con la permanenza dei seguaci di Turati ed Anna Kuliscioff nel Partito Socialista e la fuoruscita e nascita del PCI. Il tutto scaturisce dal congresso di Livorno del 1921.
Il susseguirsi degli eventi si culmina con la conquista del potere da parte del Fascismo, prima a Roma e poi via via anche in periferia e nella Puglia e in Capitanata. Ed è qui, dove gli eccidi di operai, sindacalisti e famiglie intere sono raccontati per filo e per segno dall’autore, come se fosse un romanzo d’appendice.
Durante i chiaro-oscuro della vicenda appaiono e scompaiono alcuni protagonisti della nostra terra, come i Di Vittorio e gli Allegato. Il primo è protagonista assoluto nelle lotte bracciantili condotte a Cerignola e in altri centri contro i padroni terrieri. L’altro, lo è ancora di più, a San Severo, Foggia e in quasi tutti i centri della Daunia.
Addirittura nel Capoluogo dell’Alto Tavoliere egli è un fedele testimone delle persecuzioni e degli eccidi compiuti dai fascisti addirittura quando egli è ancora adolescente al seguito del padre.
Chi scrive è rimasto assai colpito dall’uccisione da parte dei seguaci del nuovo regime di una intera famiglia, quella dei Bancone di San Severo, presa a fucilate dai persecutori, mentre rientrava a bordo del loro carretto dalle campagne ubertose di viti e ulivi di Via San Marco.
Da qui, la riscoperta della scrittura da parte del nostro autore e del suo discorso piano e comunicativo che caratterizza il presente volume e che fa ben sperare in una consistente prolificità in un futuro ravvicinato anche in campo narrativo e letterario in genere.
Per acquistare il volume chiamare il 3317274219, scrivere al 3474376756 (WhatsApp) o recarsi direttamente al Bar Galullo di San Marco in Lamis (FG).
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